- Offerta Formativa A.A. 2020/2021
- Laurea Magistrale a Ciclo Unico in GIURISPRUDENZA
- DIRITTO INTERNAZIONALE
DIRITTO INTERNAZIONALE
- Insegnamento
- DIRITTO INTERNAZIONALE
- Insegnamento in inglese
- INTERNATIONAL LAW
- Settore disciplinare
- IUS/13
- Corso di studi di riferimento
- GIURISPRUDENZA
- Tipo corso di studio
- Laurea Magistrale a Ciclo Unico
- Crediti
- 10.0
- Ripartizione oraria
- Ore Attività Frontale: 75.0
- Anno accademico
- 2020/2021
- Anno di erogazione
- 2021/2022
- Anno di corso
- 2
- Lingua
- ITALIANO
- Percorso
- PERCORSO COMUNE
- Docente responsabile dell'erogazione
- DI BENEDETTO SAVERIO
- Sede
- Lecce
Descrizione dell'insegnamento
Per sostenere l'esame sono propedeutici i corsi di diritto costituzionale e diritto privato I. Per chi intenda seguire le lezioni senza avere ancora sostenuto l'esame di diritto costituzionale, si consiglia di avere già conoscenza di alcune nozioni quali: forme di stato e forme di governo; differenza tra costituzione formale e materiale; disciplina costituzionale dei diritti fondamentali della persona. Per chi intenda seguire le lezioni senza avere ancora sostenuto l'esame di diritto privato I, si consiglia di avere già contezza delle nozioni di base in tema di situazioni soggettive e disciplina del contratto in generale. Durante le lezioni, quando necessario, saranno comunque richiamate, per sommi capi, le suddette nozioni di diritto costituzionale e diritto privato.
Il corso ha per oggetto il diritto della Comunità internazionale, inteso come un vero e proprio ordinamento giuridico. I principali temi del diritto internazionale - i soggetti; la formazione delle norme e il rapporto tra esse; il contenuto delle norme internazionali, in special modo quelle consuetudinarie; la disciplina dell'uso della forza; i diritti umani; la responsabilità internazionale; la funzione giurisdizionale internazionale; l’applicazione delle norme internazionali nell’ordinamento dello Stato - saranno trattati confrontandosi sempre con le vicende e le questioni dell'attualità internazionale. Si tratteranno anche i fondamenti del diritto internazionale privato, quali le sue partizioni fondamentali, la giurisdizione, la legge applicabile, i criteri di collegamento.
a) Conoscenze e comprensione: Il corso mira a far conoscere agli studenti la struttura, la funzione e i principali istituti del diritto internazionale pubblico, nonché a fornire gli elementi fondamentali del diritto internazionale privato. In particolare, la conoscenza del diritto internazionale pubblico permetterà la comprensione delle moderne dinamiche che caratterizzano la comunità internazionale, la crescente interdipendenza delle società nazionali e il ruolo degli enti non statali sul piano globale.
b) Capacità di applicare conoscenze e comprensione: il corso mira a favorire l’acquisizione di strumenti metodologici idonei ad applicare le conoscenze giuridiche a situazioni concrete. A tal fine vi saranno frequenti riferimenti a sentenze e casi pratici, anche nell’ambito di seminari ed esercitazioni. In sede d’esame, la capacità di tradurre i concetti e le nozioni appresi in esempi concreti sarà valutata positivamente.
c) Autonomia di giudizio: la conoscenza e comprensione dei meccanismi e degli istituti fondamentali del diritto internazionale permette di analizzare e interpretare in chiave critica le vicende sociali, economiche e politiche sul piano globale. In tal modo, i futuri giuristi potranno offrire soluzioni originali a problemi giuridici complessi, quali quelli che coinvolgono diversi ordinamenti giuridici e si basano su situazioni di interdipendenza economica. L’analisi di casi concreti, anche di stretta attualità, favorirà l’emersione dello spirito critico e della capacità di valutazione autonoma.
d) Abilità comunicative: nello svolgimento delle lezioni si cercherà di stimolare l’abilità comunicativa degli studenti evidenziando i concetti-chiave e i nessi fondamentali, in modo da accrescere negli ascoltatori la familiarità con l’efficacia comunicativa della sintesi e della sottolineatura dei punti chiave; parimenti, l’esposizione delle lezioni cercherà di mostrare l’importanza nella comunicazione del rigore nello sviluppo consequenziale dei nessi logici essenziali. In sede d’esame, la capacità degli studenti di cogliere ed evidenziare i concetti-chiave e il rigore argomentativo nelle risposte saranno particolarmente considerati nella valutazione della prova.
e) Capacità di apprendimento: premesso che la capacità di apprendimento dipende principalmente dalle abilità proprie di ciascuno e dalla storia del proprio percorso di studi fin dal periodo scolare, le lezioni saranno organizzate e sviluppate in modo da favorire l’apprendimento dei concetti e delle nozioni trattati. In particolare, i diversi moduli saranno collegati tra loro in un quadro sistematico e trattati seguendo l’unità logica interna a ciascuno; i concetti essenziali già espressi in lezioni precedenti saranno ripresi in modo anche esteso, stimolando l’auditorio nel richiamo di quanto già studiato; più in generale, durante il corso gli studenti saranno interpellati per favorire la loro capacità di concentrazione e prepararli alla futura esposizione, in particolare in occasione di seminari ed esercitazioni.
Le lezioni sono frontali. Si cerca il coinvolgimento dei partecipanti tramite domande mirate e sollecitazione di commenti, nei limiti consentiti dal vasto auditorio del corso. Sono previste esercitazioni.
L’esame consiste in un colloquio orale finalizzato ad appurare il grado di assimilazione e comprensione del programma svolto a lezione e contenuto nei libri di testo adottati, che potrà essere stato preceduto da un'esercitazione volontariamente scelta dallo studente. In sede di valutazione si terrà conto, oltre che della stretta comprensione degli istituti e delle norme studiate, della proprietà di linguaggio tecnico-giuridico, della capacità di valutare criticamente le nozioni esposte, del rigore argomentativo, della capacità di tradurre le norme in esempi concreti.
Gli appelli sono quelli reperibili regolarmente sul sito della facoltà.
Il corso ha per oggetto il diritto della Comunità internazionale, come essenzialmente costituita dagli Stati nazionali, formatisi a seguito della progressiva dissoluzione della struttura giuridica universalistica propria dell'esperienza giuridica medievale. Le prime lezioni hanno quindi lo scopo di spiegare le origini e i caratteri fondamentali del diritto internazionale, vero e proprio ordinamento giuridico della societasdegli Stati, e pur distinto strutturalmente dagli ordinamenti nazionali per la mancanza di un'autorità sovraordinata. Il principio della sovranità rappresenta quindi il punto di congiunzione, e nel contempo l'elemento critico, nel rapporto tra ordinamento internazionale e ordinamenti interni, mentre il principio di effettività costituisce l'architrave della stessa esperienza giuridica internazionale.
Chiariti questi temi fondamentali, che accompagnano l'intero arco del corso, è trattato il primo tema, schiettamente normativo, che direttamente si collega alla stessa idea di ordine giuridico internazionale, quello della soggettività internazionale. Soggettività degli Stati in primis,quali unici soggetti originari - o necessari - del diritto internazionale, e poi di altre entità che assumono soggettività in virtù della volontà degli Stati stessi, a partire dalle organizzazioni internazionali. Un cenno è qui fatto anche al controverso tema del significato della soggettività dell'individuo nel diritto internazionale, tema poi ripreso e articolato al momento di trattare la tutela dei diritti umani. Sempre nel quadro dello studio della soggettività, ma dando conto delle diverse ripercussioni in termini di diritti e obblighi degli stati - è poi discusso il principio di autodeterminazione dei popoli, che è alla base della (limitata) soggettività dei movimenti di liberazione nazionale e spesso conduce, quando effettivamente esercitato, alla formazione, per secessione, di nuovi Stati.
Il macro-tema delle c.d. fonti del diritto internazionale rappresenta il successivo sviluppo del programma. Si discute innanzitutto della consuetudine, architrave dell'intero ordinamento internazionale in quanto unica espressione di norme di diritto internazionale schiettamente generali. Essa va intesa come forma di diritto spontaneo, non riducibile quindi allo schema, tipico dei diritti interni, delle norme generali di produzione del diritto che prevedono una fattispecie al verificarsi della quale le singole norme hanno origine. Data questa premessa, è possibile comprendere criticamente la teoria dei c.d. due elementi della consuetudine - diuturnitas(o usus) e opinio juris - i quali, da fatto-fonte delle consuetudini, sono stati dalla migliore dottrina correttamente ri(con)dotti al tema dell'accertamento della concreta esistenza di una norma consuetudinaria, accertamento da condurre comunque considerando l'interezza e complessità della prassi degli Stati e anche il ruolo dei principi generali preesistenti. Connesso alla questione dell'accertamento della consuetudine è poi il tema della codificazione del diritto internazionale, con il ruolo oggi centrale della Commissione di diritto internazionale. Successivamente è sviluppato il tema dei trattati internazionali e della loro disciplina, dettata essenzialmente da norme consuetudinarie come codificate dalla Convenzione di Vienna del 1969, che regolano la formazione, l'interpretazione, la validità, l'efficacia, l'estinzione degli stessi. Si discute infine del controverso rapporto tra norme consuetudinarie e pattizie, sia su un piano generale, sia soprattutto in caso di conflitto. Parità delle fonti e principio di specialità regolano questo importante tema, dove però si è progressivamente sviluppata la categoria delle norme consuetudinarie inderogabili in via pattizia (ius cogens).Il quadro delle 'fonti' di diritto internazionale si completa con la controversa categoria dei principi generali di diritto.
Chiusa questa prima parte, il programma del corso investe principali istituti di diritto 'materiale'. Il primo grande tema trattato è quello della disciplina dell'uso della forza da parte degli Stati, in primis nelle reciproche relazioni, secondo i due poli concettuali della forza come aggressione e della forza come sanzione. Il primo polo si traduce nell'attuale disciplina del c.d. ius ad bellum e del divieto assoluto previsto dall'art. 2.4 della Carta Onu (con la eccezione 'conforme' (secundum tenorem rationis) della legittima difesa), disciplina appartenente al nucleo di ius cogens. Il secondo polo, superata la possibilità di un'autotutela dello Stato implicante l'uso della forza, riguarda il ruolo e i poteri, anche coercitivi, che la Carta Onu attribuisce al Consiglio di Sicurezza, secondo le previsioni del suo Cap. VII. In questo ambito, si dà nella trattazione ampio spazio alla prassi internazionale, e in particolare a quella verificatasi a partire dalla fine del mondo bipolare, dalla guerra in Irak del 1991 fino alle recenti vicende della Libia e della Siria, passando per le guerre in Kosovo (1999), in Afghanistan (2002) e, di nuovo (ma con 'titoli' diversi), in Irak (2003).
Il secondo macro-tema di diritto 'materiale' esaminato è quello dei diversi limiti che il diritto internazionale pone alla sovranità 'interna' dello Stato, alla sua domestic jurisdiction. I primi istituti giuridici che si discutono affondano le radici nel diritto internazionale classico, che tendeva a limitare la sovranità territoriale dello Stato solo in ragione di proiezioni esterne di sfere di sovranità altrui. Si tratterà quindi dei temi della tutela degli stranieri, che ha peraltro subito una rilevante evoluzione recente, della garanzia di immunità al personale diplomatico e del trattamento 'interno' degli Stati stranieri. In questo ambito si collocano le connessioni più strette, con elementi di sovrapposizione, tra diritto internazionale (pubblico) e diritto internazionale privato. Successivamente, si discutono gli argomenti più caratteristici del diritto internazionale contemporaneo, secondo il cambio di paradigma rispetto ai limiti alla domestic jurisdiction avutosi a seguito della seconda guerra mondiale. Si tratta innanzitutto del grande tema della tutela internazionale dei diritti umani (human rights law), che è esaminato nel corso tanto nei suoi profili generali, essenzialmente nel quadro dell'ONU, quanto nella sua dimensione regionale, con particolare attenzione alla esperienza giuridica della CEDU. Direttamente connesso al tema dei diritti umani è il c.d. diritto internazionale penale, costituito da norme interstatali che prevedono fattispecie incriminatrici di condotte individuali e norme processuali volte a perseguirle. Si daranno infine delle indicazioni, necessariamente sintetiche, ad altri temi tipici del diritto internazionale odierno - di fonte essenzialmente pattizia - quali il diritto internazionale dell'ambiente e il diritto internazionale dell'economia.
Una trattazione autonoma avrà infine, a chiusura della disamina delle norme 'materiali' di diritto internazionale, il tema del diritto del mare. Oggetto da sempre di una disciplina internazionale, essenzialmente incentrata su principi di reciproca libertà, questo ambito del diritto internazionale ha avuto, nella seconda metà del secolo scorso, un imponente sviluppo di disciplina, connesso alla maggiore interdipendenza della societas internazionale. Si analizzano quindi, in particolare, gli istituti previsti dalla Convenzione di Montego Bay del 1982 - mare territoriale, zona contigua, piattaforma continentale, zona economica esclusiva, mare internazionale - che in larga misura rappresentano ormai norme di diritto generale. Cenni saranno dati anche alla disciplina della pirateria.
L'ultima fase del corso si occupa delle norme c.d. secondarie (secondo la nota teoria hartiana) di diritto internazionale, volte a garantire il rispetto e l'esecuzione dei diritti e degli obblighi degli Stati previsti dalle norme materiali (o primarie). Così, si discuterà in primo luogo del tema cruciale della responsabilità internazionale degli Stati, disciplinata esclusivamente - salvo i regimi speciali - da norme consuetudinarie, da sempre discusse nella loro portata ed estensione, ma oggetto di una pluridecennale e decisiva opera di codificazione da parte della Commissione di diritto internazionale, culminata nel Progetto di articoli del 2001. Seguendo la falsariga del Progetto (dai più ritenuto rispecchiare, nelle sue parti fondamentali, il diritto generale), si discute della imputabilità allo Stato di condotte umane (c.d. elemento soggettivo della responsabilità), anche di soggetti non tecnicamente organi dello Stato; poi della nozione in senso stretto di illecito internazionale (c.d elemento oggettivo), con la disamina anche delle varie figure di esimenti (stato di necessità, forza maggiore, etc.), come delineate dal Progetto e come effettivamente riscontrabili nella prassi degli Stati. Quindi si analizza il tema delle conseguenze del fatto illecito internazionale, sub specie di obblighi secondari, a partire da quelli di riparazione; infine, si tratta del dibattuto tema dell'attuazione (o enforcement) della responsabilità, con particolare attenzione alla categoria degli obblighi erga omnes.
L'altro raggruppamento di norme secondarie analizzate sono quelle che riguardano la disciplina della soluzione pacifica delle controversie tra Stati. La trattazione segue la distinzione tradizionale tra procedimenti diplomatici di soluzione delle controversie (buoni uffici, mediazione, conciliazione, etc.), incentrati sul raggiungimento di un accordo tra le parti, e procedimenti giurisdizionali di soluzione delle controversie, basati sulle decisioni vincolanti di soggetti terzi scelti dalle parti, secondo l'istituto, tipico nell'ordinamento internazionale, dell'arbitrato. Si analizzano quindi i diversi modelli di soluzione giurisdizionale delle controversie offerti dal diritto internazionale oggi, e in particolare le competenze e la struttura della Corte Internazionale di Giustizia, organo delle Nazioni Unite. Lato sensu riconducibile al macro-tema delle norme secondarie è anche la questione dell'adattamento del diritto interno al diritto internazionale, che rappresenta oggi la principale forma di adempimento degli obblighi internazionali da parte degli Stati, che è analizzato seguendo la distinzione tra adattamento al diritto consuetudinario e a quello pattizio, con particolare attenzione alla disciplina prevista nel diritto italiano, a partire dagli artt. 10 e 80 della Costituzione.
Infine, il tema del diritto internazionale privato è discusso in termini generali, fin dall'inizio del corso, nel suo rapporto dialettico con il diritto internazionale (pubblico), a partire dalla nozione di domestic jurisdiction e dalla grande questione della delimitazione delle sfere di potere sovrano degli stati nell'esercizio di prerogative che coinvolgano soggetti stranieri. Parimenti, va compresa l'interazione tra fonti internazionali, fonti comunitarie e fonti interne di diritto internazionale privato. Sono poi oggetto del programma di studio macro-temi specifici di diritto internazionale privato, quali quello della disciplina della giurisdizione dei giudici interni, del diritto applicabile nelle controversie con elementi di estraneità, del riconoscimento ed esecuzione delle sentenze straniere.
C. Focarelli, Diritto internazionale, Cedam o in alternativa E. Cannizzaro, Diritto internazionale, Giappichelli
P. Franzina Introduzione al diritto internazionale privato, Giappichelli
Semestre
Secondo Semestre (dal 28/02/2022 al 20/05/2022)
Tipo esame
Obbligatorio
Valutazione
Orale - Voto Finale
Orario dell'insegnamento
https://easyroom.unisalento.it/Orario