TEORIA GENERALE DEL DIRITTO

Insegnamento
TEORIA GENERALE DEL DIRITTO
Insegnamento in inglese
GENERAL THEORY OF LAW
Settore disciplinare
IUS/20
Corso di studi di riferimento
GIURISPRUDENZA
Tipo corso di studio
Laurea Magistrale a Ciclo Unico
Crediti
8.0
Ripartizione oraria
Ore Attività Frontale: 60.0
Anno accademico
2019/2020
Anno di erogazione
2021/2022
Anno di corso
3
Lingua
ITALIANO
Percorso
CLASSICO
Sede
Lecce

Descrizione dell'insegnamento

Il programma dell'insegnamento è provvisorio e potrebbe subire delle modifiche

È necessario che gli studenti abbiano già sostenuto l'esame di Filosofia del diritto.

Il tema del corso è Violenza e diritto. Attraverso Benjamin e la teoria dell'eccezione, da un lato, e attraverso Foucault e la microfisica del potere,dall'altro lato, vorremmo tentare di re-descrivere la relazione tra violenza, diritto, potere nella società contemporanea. Quello che emerge, allora, non è tanto o non solo una generica “crisi della democrazia” e delle sue istituzioni quanto, piuttosto, l’emersione di nuove forme di gestione e organizzazione della crisi. Risulta sempre più evidente che l’ipercomplessizazione del sociale ha determinato un trasferimento dei poteri decisionali dal “government” alla “governance”. In questo passaggio si assiste al lento ma inesorabile sgretolarsi del diritto pubblico come criterio unitario di regolazione del politico e al tempo stesso alla sostituzione di una regola unitaria e deduttiva ad una norma plastica e pluralista. E in questo quadro riemerge con urgenza la questione della eccezione. L’eccezione si profila non più come il gesto del sovrano, schmittianamente inteso, ma come la delegittimazione e lo svuotamento di ogni concezione normativa di democrazia, ad opera di differenti istanze, agenzie e istituzioni economiche, mezzi di comunicazione, settori del potere giudiziario, apparati di polizia che impediscono la stabilizzazione di politiche pubbliche finalizzate alla redistribuzione della ricchezza, al riconoscimento della differenza e dei diritti.Da questa prospettiva, sembrerebbe che lo stato di eccezione perda il suo carattere centralistico, ma sia costantemente prodotto e agito da agenzie della governance neoliberista. Comunque sia, l’eccezione, come figura liminare tra diritto e non-diritto, rivela la paradossalità della democrazia, anche nel riemergere di caratteri sempre occultati, come l’esclusione, la stratificazione, la violenza.

Conoscenza e comprensione: Il corso si prefigge l'obiettivo di presentare agli studenti temi e problemi che riguardano la riflessione contemporanea sul diritto.Il tema di quest'anno è la relazione tra violenza e diritto.  Attraverso un percorso in cui l'analisi storico-filosofica sarà continuamente attualizzata dalla discussione di problemi, gli studenti saranno introdotti ad uno  tra i temi più problematici, la relazione tra diritto e violenza. Se la ricostruzione storica permetterà di comprendere la centralità del tema nella definizione di una teoria del diritto, l'analisi delle forme con cui questa relazione si presenta nella contemporaneità permetterà di assumere una prospettiva critica del fenomeno giuridico. 

Capacità di applicare conoscenze e comprensione: Al termine del corso, lo studente sarà in grado di orientarsi nel dibattito gius-filosofico, comprendere il significato dei concetti filosofico-giuridici, analizzare criticamente testi classici e contemporanei. Ma soprattutto potrà confrontarsi con un aspetto del fenomeno giuridico particolarmente complesso e problematico.

Autonomia di giudizio: Comprendere filosoficamente il fenomeno giuridico significa assumere una posizione critica. Qui critica indica innanzitutto capacità di giudizio. La lettura dei "classici", la discussione in aula di autori e testi di filosofi e giuristi permetterà non solo di orientarsi nel dibattitto filosofico-giuridico, ma di riflettere sull'uso del linguaggio giuridico e sulle possibilità sociali connesse a tale uso.

Abilità comunicative:  L'analisi del discorso attaverso lettura e discussione dei testi che saranno presentati durante il corso, nonché la partecipazione ai seminari sui problemi relativi al linguaggio del diritto permetteranno agli studenti di approndire il tema della comunicazione, comprenderne l'importanza nell'ambito della formazione del giurista  ed potenziare le proprie abilità argomentative.

Capacità di apprendimento: Il corso di Teoria generale del diritto si presenta come un corso avanzato, adatto agli studenti che vogliano approfondire le dinamiche complesse, da punto di vista teorico, del fenomeno giuridico. Per tale ragione, è un corso che si muove costantemente su due registri, il primo discorsivo, ha come scopo quello di analizzare gli ordini dei discorsi che costruiscono il diritto; il secondo gli effetti di potere che il discorso ed in particolare il discorso giuridico attiva. Scopo di un tale corso è quello di sviluppare le capacità riflessive e critiche degli studenti. Il futuro giurista di fronte alle sfide della contemporaneità deve essere infatti capace non solo di comprendere le dinamiche complesse del fenomeno giuridico come fenomeno sociale, ma deve essere consapevole delle stratificazioni di senso del discorso e dei suoi effetti costrittivi.

La didattica è organizzata attarverso lezioni frontali; seminari che saranno tenuti da studiosi e ricercatori invitati, ed esercitazioni sugli argomenti trattati.

La valutazione finale sarà determinata non solo sulla base dell’esame orale conclusivo ma anche sulla base della partecipazione alla discussione durante le lezioni.

Programma del corso

 

Il tema del corso è “Diritto, potere, violenza”.

Il corso è suddiviso in due parti. La prima è intitolata “Violenza, eccezione e diritto”. Il punto di partenza per la discussione è l’articolo di Walter Benjamin, Zur Kritik der Gewalt(Per la critica della violenza). La questione teorica che ci interessa osservare è la relazione tra diritto e violenza. Per Benjamin si tratta di pensare la violenza al di fuori delle coordinate della tradizione filosofica-giuridica, secondo cui il monopolio statale della violenza è necessario per imporre la razionalità del diritto sulla indecidibilità dei fini individuali. Attraverso alcuni passaggi del testo di Benjamin (in particolare faremo riferimento al paragrafo in cui parla della polizia) e attraverso alcune illustri letture del testo (Derrida, Forza di Legge, Bollati Boringhieri, Torino, 1994; Agamben, Stato di eccezione, Bollati Boringhieri, Torino, 2003), cercheremo di far emergere il carattere ordinario della violenza nel funzionamento del diritto.

La seconda area tematica è intitolata “Il potere del discorso e il discorso del potere”. Il punto di partenza per la discussione è la genealogia del potere proposta da Michel Foucault. Se il testo di Benjamin ci pone di fronte ad una questione complessa, quella della violenza nella sua relazione con il diritto, l’analisi genealogica del potere di Michel Foucault propone di osservare il potere, per comprenderne il funzionamento nella società moderna, al di fuori del paradigma della sovranità. Abbandonare il paradigma sovrano significa osservare il “come” del potere, i meccanismi attraverso cui produce soggetti e oggetti. Da ciò alcune questioni di grande rilevanza. La prima riguarda il nesso tra la verità, il diritto e il potere. La seconda riguarda la costruzione sociale della normalità; la terza infine riguarda la resistenza e la contro-condotta ai dispositivi di governo.

Attraverso Benjamin e l'eccezione da un lato e attraverso Foucault e la microfisica del potere, vorremmo tentare di re-descrivere la relazione tra violenza, diritto, potere nella società contemporanea. Quello che emerge, allora, non è tanto o non solo una generica “crisi della democrazia” e delle sue istituzioni quanto, piuttosto, l’emersione di nuove forme di gestione e organizzazione della crisi. Risulta sempre più evidente che l’ipercomplessizazione del sociale ha determinato un trasferimento dei poteri decisionali dal “government” alla “governance”. In questo passaggio si assiste al lento ma inesorabile sgretolarsi del diritto pubblico come criterio unitario di regolazione del politico e al tempo stesso alla sostituzione di una regola unitaria e deduttiva ad una norma plastica e pluralista. E in questo quadro riemerge con urgenza la questione della eccezione. L’eccezione si profila non più come il gesto del sovrano, schmittianamente inteso, ma come la delegittimazione e lo svuotamento di ogni concezione normativa di democrazia, ad opera di differenti istanze, agenzie e istituzioni economiche, mezzi di comunicazione, settori del potere giudiziario, apparati di polizia che impediscono la stabilizzazione di politiche pubbliche finalizzate alla redistribuzione della ricchezza, al riconoscimento della differenza e dei diritti.

Da questa prospettiva, sembrerebbe che lo stato di eccezione perda il suo carattere centralistico, ma sia costantemente prodotto e agito da agenzie della governance neoliberista. Comunque sia, l’eccezione, come figura liminare tra diritto e non-diritto, rivela la paradossalità della democrazia, anche nel riemergere di caratteri sempre occultati, come l’esclusione, la stratificazione, la violenza.

 

 

 

Organizzazione del corso

Il corso ha carattere seminariale. Il carattere seminariale e monografico del corso presuppone che gli studenti che intendono frequentarlo abbiano una buona conoscenza di base della filosofia del diritto. Inoltre l’organizzazione del corso prevede la partecipazione attiva degli studenti frequentanti, i quali sono invitati a leggere e a discutere il materiale bibliografico distribuito durante le lezioni.

 

 

 

Sudenti frequentanti:

 

- Walter Benjamin, Zur Kritik der Gewalt, trad. it. a cura di Massimiliano Tomba, Per la critica della violenza, Edizioni Allegre, Roma, 2010;

- Carl Schmitt, Politische Theologie. Vier Kapit zur Lehre von der Souveränität, trad. it. a cura di Gianfranco Miglio e Pierangelo Schiera, Teologia politica. Quattro capitoli sulla dottrina della sovranità, in Id., Le categorie dl politico, Il Mulino, Bologna, 1998 (pp. 29-74);

Jacques Derrida, Force de loi. Le fondement mystique de l'autorité, trad. it. a cura di Angela di Natale, Forza di legge. Il fondamento mistico dell'autorità, Bollati Boringhieri, Torino, 2003 (pp. 86-143);

- Giorgio Agamben, Stato di eccezione, Bollati Boringhieri, Torino, 2003 (pp. 9-83);

- Michel Foucault, Les Anormaux. Cours au Collége de France 1974-1975, trad. it. a cura di Valerio Marchetti e Antonella Salomoni, Gli anormali. Corso al Collége de France 1974-1975, Feltrinelli, Milano, 2004 (pp. 13-56)

- Luciano Nuzzo, Il mostro di Foucault. Limite, legge, eccedenza, Meltemi, Milano 2018 (pp. 11-47; pp. 191-279).

 

Studenti non frequentanti:

 

- Michel Foucault, Surveiller e punir. Naissance de la prison, trad it. Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, Einaudi, Torino 1998

- Luciano Nuzzo, Il mostro di Foucault. Limite, legge, eccedenza, Meltemi, Milano, 2018 

Semestre
Secondo Semestre (dal 28/02/2022 al 20/05/2022)

Tipo esame
Non obbligatorio

Valutazione
Orale - Voto Finale

Orario dell'insegnamento
https://easyroom.unisalento.it/Orario

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