“Quanto sono moderni i vestiti? Linguaggio della letteratura, linguaggio della moda” è il seminario in programma all’Università del Salento lunedì 6 maggio 2019, alle ore 11, nell’aula SP2 dell’edificio Sperimentale Tabacchi (via Calasso 3/A, Lecce), con la partecipazione dell’anglista Paola Colaiacomo. Organizzato dalle docenti di Letteratura inglese Maria Luisa De Rinaldis e Maria Renata Dolce, del Dipartimento di Studi Umanistici, il seminario vedrà anche la partecipazione di Stefano Cristante, docente di Sociologia dei processi culturali.
Paola Colaiacomo è stata professoressa ordinaria di Lingua e Letteratura inglese all’Università di Roma “La Sapienza” e successivamente docente di Cultura inglese della moda ed Estetica all’Università IUAV di Venezia. Ha dedicato studi al teatro elisabettiano e a Shakespeare, al romanzo del Settecento, alla poesia romantica, a Virginia Woolf. «I suoi lavori critici sulla cultura inglese della moda nell’Ottocento e nell’età contemporanea», sottolineano le organizzatrici del seminario, «hanno aperto negli studi letterari nuove prospettive teoriche e metodologiche di taglio interdisciplinare e interartistico».
Sul rapporto tra abito e identità Paola Colaiacomo ha scritto “Le cuciture dell’acqua. Shakespeare alle origini del corpo moderno” (Bulzoni 2012), “Pasolini e l’abito maschile” (Marsilio 2007). Il suo libro più recente “Natasha’s Dress. Language of Literature, Language of Fashion”, pubblicato nel 2018 da Peter Lang, indaga aspetti cruciali della cultura del primo Novecento mostrando le interconnessioni tra Modernismo, teoria della moda e trauma della Guerra. La moda si affaccia sulla scena culturale come possibilità di estrarre presente, e futuro, dal passato, lavorando sul rapporto tra oggetto e immagine mentale come accadeva nella scrittura di Virginia Woolf, e nella produzione artistica di Bloomsbury, al centro della riflessione teorica della studiosa. Nel 1939, ricorda Colaiacomo, Woolf lancia lo slogan: “il passato è molto influenzato dal momento presente”, a indicare la necessità di un continuo inventare se stessi come individui e come collettività. Il tema del rapporto tra io e immagine viene trattato tessendo connessioni tra scrittori e artisti, da Pirandello, Woolf, Mansfield, a Fitzgerald, alla fotografia di moda, a Diane Vreeland, autorevole fashion editor e curator (1903-1989). Sarà Vreeland, negli anni ’80, a porre la domanda “Dove sarebbe la moda senza la letteratura?”, che si può considerare l’atto di nascita dei moderni Fashion Studies.