Buone notizie per l’Università del Salento che finalmente potrà avvantaggiarsi dei fondi stanziati dal Piano per il Sud. L’ultimo tassello, infatti, per la riassegnazione dei 49 milioni del Piano per il SUD all’Università del Salento è la delibera del CIPE che sarà assunta nella prossima riunione del Comitato prevista a breve. L’assicurazione arriva dalla Ministra Barbara Lezzi, prontamente contattata dal Rettore dell’Università del Salento, Vincenzo Zara,dopo aver appreso del parere positivo sulla rimodulazione rilasciato dal Nucleo di Valutazione della Regione Puglia.
«Colgo l’occasione per ringraziare la Ministra Lezzi per il continuo impegno profuso durante questi mesi, anche tramite i suoi Uffici, alla nostra Università e per la personale disponibilità a giungere in tempi rapidi ad una positiva soluzione – ha commentato il Rettore Zara. - Un grazie particolare va anche alla prof.ssa Francesca Imperiale del Dipartimento di Scienze dell’Economia di UniSalento che in maniera encomiabile, con altri colleghi docenti e tecnico-amministrativi, ha sempre fornito il proprio contributo in questa fase e in precedenza.
Due elementi emergono da questa vicenda – sottolinea il Rettore di UniSalento. - Il primo, è che questo risultato rappresenta il frutto di una collaborazione interistituzionale importante, che ha visto insieme Ministero, Regione, Università, ma anche singolisoggetti che, indipendentemente dall’appartenenza politica e dal ruolo, hanno lavorato per il recupero delle risorse. Voglio a questo proposito ricordare: l’On.le Rocco Palese che, dopo la conferenza di Ateneo del marzo 2017, ha dato il primo e fondamentale impulso al recupero dei fondi quando in tanti li credevano irrimediabilmente perduti; la vice-Ministra Teresa Bellanova che subito dopo mi ha ricevuto a Roma e assieme al Ministro Claudio De Vincenti ha avviato l’effettivo recupero; e ora la Regione Puglia e la Ministra Barbara Lezzi.
Il secondo elemento importante è la rimodulazione, realizzata in questo periodo e solo grazie a questa amministrazione. Ciò ha consentito di destinare circa 20milioni di euro sulle manutenzioni e non all’ulteriore espansione edilizia la cui gestione avrebbe generato ulteriori costi per l’Ateneo. Un’inversione di tendenza necessaria, sensata e sostenibile.»