“Fibre elettrofilate per microrganismi” e “Ibridi organici-inorganici polimerizzati in situ a temperatura ambiente” sono i brevetti firmati Università del Salento che fino all’8 maggio 2019 partecipano a “Innovagorà”, la “piazza dell’innovazione italiana” promossa dal MIUR e ospitata dal Museo nazionale della scienza e della tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano. I ricercatori avranno così l’opportunità di presentare queste tecnologie brevettate a imprese e investitori.
Fibre elettrofilate per microrganismi
Inventori: Pietro Alifano, Anna Rita Marra, Maria Moffa, Daniela Pasanisi, Dario Pisignano, Elisa Scarpa
I ricercatori hanno inventato un procedimento che sfrutta l’utilizzo di fibre elettrofilate per la coltivazione e l’incremento di produttività di antibiotici quali metaboliti secondari da parte di microrganismi batterici appartenenti al gruppo degli Attinomiceti. Le fibre elettrofilate, fornendo supporti idrofobici di adeguata dimensione e microstruttura, creano un microambiente biologicamente più favorevole, rispetto ai tradizionali sistemi di coltivazione, per lo sviluppo di questi microrganismi e per le attività cellulari associate alla produzione dei metaboliti secondari. Rispetto ai metodi tradizionali, quello proposto si distingue per applicabilità larga scala, rapidità, semplicità ed economicità. Il procedimento è applicabile all’industria farmaceutica e biotech che utilizza le fermentazioni microbiche per la produzione di antibiotici e altre sostanze biologicamente attive tra cui immunosoppressori e agenti antitumorali, acidi organici, amminoacidi ed enzimi.
Ibridi organici-inorganici polimerizzati in situ a temperatura ambiente
Inventrici: Francesca Lionetto, Mariaenrica Frigione
L’invenzione propone una formulazione innovativa a base di sistemi “ibridi” organico-inorganici nanostrutturati da impiegare nel campo delle costruzioni, del restauro e delle riparazioni di materiali diversi. Tali sistemi ibridi sono costituiti da una fase organica a base di oligomeri epossidici e da una fase inorganica composta da nanodomini di silice, in grado di indurire a temperatura ambiente (in tempi ridotti rispetto agli attuali sistemi commerciali), e da impiegare sia come adesivi per substrati diversi (calcestruzzo, malte, compositi, legno, materiali lapidei) sia come matrici per materiali compositi fibrorinforzati. Gli adesivi/matrici per composito brevettati presentano inoltre una elevata “durabilità”, ossia sono resistenti anche nei confronti di ambienti aggressivi: possono per questo essere efficacemente impiegati in particolare nel recupero, ripristino, consolidamento e restauro di infrastrutture e beni culturali, tutte applicazioni che richiedono tempi di messa in opera molto veloci e condizioni di esposizione ambientale, durante e dopo la messa in opera, non prevedibili e non costanti. Il brevetto può trovare impiego anche nella bioedilizia, essendo i sistemi completamente privi di solventi; il procedimento di sintesi è tecnologicamente semplice, economico e facilmente scalabile industrialmente.
«L’Università del Salento presenta in questi giorni due dei numerosi brevetti messi a punto dai suoi ricercatori e ricercatrici», sottolinea il professor Gian Pietro Di Sansebastiano, Delegato del Rettore per la Valorizzazione della Ricerca, «tra i 170 che la fiera Innovagorà ospita giudicandoli tra i più promettenti risultati di ricerca di 48 atenei italiani e 13 enti di ricerca. Un’importante occasione per stabilire contatti con possibili investitori, favorire il trasferimento tecnologico in settori vivaci e in crescita e valorizzare i prodotti dell’attività di ricerca realizzata nell’Ateneo Salentino».