Anche l’Università del Salento aderisce alla XXIV Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da “Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le Mafie” e “Avviso Pubblico”: sospese le attività didattiche per giovedì 21 marzo 2019, quando a Brindisi sfilerà la manifestazione regionale.
«Il Senato Accademico ha voluto cogliere un’importante sollecitazione in questo senso dei rappresentanti degli studenti», spiega il Rettore Vincenzo Zara, «per sensibilizzare l’intera comunità accademica all’impegno collettivo e quotidiano nella lotta alle mafie. L’invito è dunque a partecipare numerosi alla manifestazione».
Il corteo a Brindisi partirà alle ore 9 dopo il concentramento nei pressi del Tribunale, e procederà per le vie della città per concludersi in piazza Santa Teresa dove avverrà la lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie e vi sarà un collegamento con la manifestazione nazionale di Padova.
Tra le considerazioni contenute nella mozione presentata a firma dei senatori accademici Rosanna Carrieri, Francesco Larini e Francesco Gravili, anche il riferimento alla Sacra Corona Unita, “un’organizzazione particolarmente radicata nel territorio salentino che da anni assorbe ricchezza dal tessuto economico e sociale tramite la corruzione degli enti sociali, le attività estorsive, l’usura e il traffico di stupefacenti. L’obiettivo principale è quello di consolidare sempre di più i legami con le realtà politico-amministrative e di infiltrarsi nel circuito dell’economia legale”. E ancora, considerazioni sul settore agricolo ed enogastronomico, in cui “per battere la concorrenza e alterare il mercato ci si serve di contraffazioni e adulterazioni alimentari, compromettendo la qualità e la sicurezza dei prodotti. Le agromafie si integrano e rafforzano con il caporalato, pratica che si basa sulla manovalanza a basso costo e lo sfruttamento degli immigrati. Le campagne salentine diventano così complici di una grave violazione dei diritti umani con l’inevitabile connivenza delle mafie locali, che si infiltrano, senza trovare ostacoli, negli ingranaggi del lavoro agricolo, annullando qualsiasi diritto e tutela dei braccianti italiani e stranieri”. Passaggi anche sulle dinamiche del lavoro - “Le condizioni socio-economiche precarie inducono gran parte dei cittadini a sottomettersi al ricatto di questi sistemi mafiosi pur di vedersi garantito il lavoro che non è più un diritto ma una conquista per cui lottare ogni giorno” – e sulle ecomafie: “discariche abusive, interramento di rifiuti tossici e abusivismo edilizio, tutte attività che contribuiscono al saccheggio e alla contaminazione delle nostre terre. Anche la questioni ambientale quindi non si sottrae alla contaminazione mafiosa, che baratta la salubrità e il rispetto dell’ambiente con il denaro e la soddisfazione dei propri interessi”.
«Temi di vitale importanza per il nostro territorio», conclude il Rettore, «che devono spingerci a impegnarci sempre di più, consapevoli del nostro ruolo per la promozione la cultura della legalità, anche in collegamento alla giustizia sociale».