Al via mercoledì 12 dicembre 2018 la quinta edizione della rassegna “Filosofica-mente. Riflessioni sul pensare e sull’agire”, con incontri presso il Liceo “Comi” di Tricase (auditorium del Liceo, via Tricase Porto – Tricase, provincia di Lecce) organizzati in collaborazione con il corso di laurea in Filosofia dell’Università del Salento. I docenti del corso terranno lezioni tutte incentrate sul tema dell’anno, “Il razzismo ieri e oggi: una brutta storia”.
Il 12 dicembre alle ore 15 il ciclo si aprirà con i saluti del Sindaco di Tricase Carlo Chiuri e la presentazione del progetto a cura della Dirigente scolastica del Liceo “Comi” Antonella Cazzato e del professor Fabio Ciracì di UniSalento. Seguirà la lezione del professor Fabio Sulpizio su “Schiavitù, diritti, rivolta nell’Illuminismo”.
In chiusura di rassegna (data in definizione), in programma la presentazione del libro di Ezio Mauro “L’uomo bianco” alla presenza dell’autore.
Il calendario degli incontri
mercoledì 12 dicembre 2018, ore 15
Fabio Sulpizio, “Schiavitù, diritti, rivolta nell’Illuminismo”
Filosofia e schiavitù: un confronto tanto importante quanto poco ricordato. Cosa ha significato essere schiavi e liberarsi dalla schiavitù? Cosa significa rivendicare i diritti che spettano a tutti gli uomini quando non sempre si viene riconosciuti come tali? L’Illuminismo e la Rivoluzione Francese hanno forse per la prima volta posto queste domande con nettezza e chiarezza e le risposte che vennero date hanno segnato i secoli successivi.
mercoledì 19 dicembre 2018, ore 15
Igor Agostini, “Razza, individuo e specie in Darwin”
Charles Darwin (1809-1882) è uno dei più grandi geni dell’umanità. Nel suo capolavoro “L’origine delle specie per selezione naturale” (1859) avanzò la tesi, denominata “Evoluzionismo”, secondo cui «gruppi» di organismi di una medesima specie sono soggetti a un’evoluzione graduale nel tempo determinata da una selezione naturale. Questa dottrina, seppur sottoposta a revisioni imponenti, è ancora oggi largamente riconosciuta come valida, e costituisce, modificata e integrata, uno degli assi portanti del “Neodarwinismo”. Le teorie di Darwin, che furono poi applicate alle scienze umane da Herbert Spencer, saranno tuttavia all’origine di una vera e propria ideologia razzista, soprattutto in Germania, che avrebbe ispirato il nazismo hitleriano. Si discuterà l’infondatezza di questa interpretazione attraverso un’analisi dei concetti darwiniani di razza, specie e individuo.
venerdì 18 gennaio 2019, ore 15
Francesco Paolo Gallotta, “La patria nei Quaderni neri di Heidegger”
I “Quaderni Neri” sono dei taccuini dalla copertina in tela cerata nera che Martin Heidegger ha utilizzato a partire dal 1930 per annotare le sue riflessioni. In questi quaderni è contenuto un confronto con l’ideologia del nazionalsocialismo e con il principio razziale. Nell’adozione del principio razziale Heidegger vede la rinuncia al compito filosofico dei tedeschi di preparare l’arrivo a ciò che, con una parola speculativa, chiama Heimat (= patria).
giovedì 21 febbraio 2019, ore 15
Marilena Panarelli, “Dalla specie alla razza: genesi di una categoria”
Il concetto di specie ha un ruolo fondamentale nell’intera filosofia aristotelica; in essa tuttavia sembra mancare un’idea di razza simile a quella moderna, pur considerando la distinzione condotta nella Politica aristotelica tra Greci e Barbari. Per Aristotele specie – είδος – si dice in molti modi: la divisione della realtà in specie è un’esigenza conoscitiva primaria. Scopo del seminario è quello di indagare le diverse accezioni del termine specie nella filosofia aristotelica, rapportandole poi al moderno concetto di razza.
giovedì 28 febbraio 2019, ore 15
Ennio De Bellis, “La filosofia della conoscenza come antidoto alla discriminazione”
L’incomunicabilità tra differenti prospettive esistenziali che è la base dell’intolleranza è conseguenza diretta dell’ignoranza dei presupposti biologici e culturali che accomunano ogni civiltà. Ciò rende urgente l’adozione di politiche culturali specifiche, indirizzate a raggiungere un livello culturale medio della popolazione tale da governare nel modo migliore possibile il problema della complessità che si manifesta in tutti i campi di azione dell’essere umano, da quello professionale a quello politico, al fine di evitare l’emarginazione economica e sociale chi non possiede le necessarie competenze cognitive. L’incremento della qualità e della quantità della conoscenza è fondamentale sia per garantire lo sviluppo tecnologico che sostiene quella parte del progresso scientifico più sensibile alle istanze della qualità della vita e dell’ ambiente in tutti i campi, da quello economico a quello ingegneristico a quello socio-culturale, sia per conferire la capacità di discernere le proposte politiche che vanno nella direzione del bene comune da quelle che servono esclusivamente interessi di parte. La conoscenza e la cultura contribuiscono anche alla salvaguardia della democrazia allorché permettono l’accesso ai mezzi di comunicazione sempre più complessi che il mercato mette a disposizione, e consentono di esprimere un consenso politico ponderato nell’ambito di una massa di informazioni quantitativamente sempre maggiore ma qualitativamente spesso oscura e di dubbia provenienza.
venerdì 15 marzo 2019, ore 15
Fabio Ciracì, “Dalla razza dello spirito al neorazzismo”
Nel 1938, in “Sintesi della dottrina della razza”, Julius Evola aveva inteso superare il razzismo biologico e psicologico, ricorrendo esplicitamente al concetto di “razza dello spirito” e proponendo un razzismo esoterico e tradizionalista. Tuttavia, dopo la Shoah, la razza non solo si è mostrata un’idiozia priva di fondamento scientifico, ma ha anche rappresentato un tabù, una parola vieta e vietata, cui non era più possibile fare ricorso per la necessaria vergogna che l’uso del termine genera e per l’efferato e scientifico sterminio di massa che esso rievoca, come severo monito per le generazioni future. Recentemente, Pierre-André Taguieff e Alberto Burgio hanno messo in luce la «svolta culturalista» o «differenzialista» delle nuove forme di razzismo, l’insorgenza di un «neorazzismo» incline a riconoscere (o inventare) delle essenze archetipe (l’essenzialismo), in cui le differenze culturali (tradizioni, lingue, religioni, stili di vita e, appunto, «culture») prendo il posto di quelle fisiche (somatiche, fenotipiche o genotipiche). Si tratta di una forma di razzismo più subdolo perché implicito e difficilmente riconoscibile, il quale si richiama ad antichi pregiudizi ideologici e a consolidate prassi discriminatorie tipiche di ogni forma di razzismo.