L'Università del Salento ospiterà dal 6 al 9 giugno 2023 i "Paleodays" della Società paleontologica italiana, ventitreesima edizione del congresso nazionale annuale dell'associazione dedicato a paleontologi professionisti provenienti da università e musei di tutta Italia, ma anche a giovani paleontologi in formazione e appassionati della materia.
Le "Giornate di Paleontologia" si apriranno il 6 giugno negli spazi del MAUS – Museo dell’Ambiente UniSalento e della Community library (complesso Ecotekne, via per Monteroni, Lecce) con una tavola rotonda del PaiP - Palaeontologist in Progress, il gruppo dei giovani soci della SPI, sul tema "Mare Nostrum: il Cenozoico del Mar Mediterraneo"; durante l’incontro, il paleoartista Fabio Manucci sarà impegnato in una performance di live painting.
Le giornate del 7 e 9 giugno saranno dedicate alle sessioni scientifiche, che si terranno dalle ore 9 nel centro congressi Ecotekne e negli spazi del MAUS, con la partecipazione di oltre 100 paleontologi da tutta Italia e dall’estero. L’8 giugno è in programma un’escursione che farà tappa in alcune delle aree più interessanti del Salento per presenza e concentrazione di fossili: il complesso delle cave di Pietra Leccese di Cursi-Melpignano; il Museo di Maglie, con le sue collezioni di vertebrati continentali del Quaternario; le ex-cave di bauxite di Otranto, con interessanti associazioni di molluschi lagunari; l’insenatura di Porto Badisco, con “tappeti” di alghe incrostanti dette rodoliti; le barriere coralline di 25 milioni di anni fa conservate nei calcari nella zona di Grotta Zinzulusa.
Nel corso del congresso, saranno anche comunicati i risultati dell'iniziativa "Fossili Regionali" della SPI: attraverso una votazione pubblica del fossile più rappresentativo per ogni regione italiana, il contest punta alla promozione capillare del valore del patrimonio paleontologico nazionale e a una maggiore consapevolezza sull’argomento da parte del pubblico generale.
La Società paleontologica italiana scelse Lecce già nel 1993 per il suo 12mo convegno, organizzato anche grazie al significativo contributo del “Gruppo Naturalisti Salentini” di cui facevano parte ricercatori come Livio Ruggiero, Antonio Meleleo e Angelo Varola, che hanno sistematicamente raccolto, preparato ed esposto fossili del Salento ponendo le basi per le collezioni dell’attuale Museo dell’Ambiente UniSalento.
Spiega il professor Piero Lionello, Direttore del MAUS UniSalento: «La penisola salentina è un’area di estremo interesse geologico e paleontologico, nota alla comunità scientifica nazionale e internazionale fin dall’Ottocento. Con una superficie di quasi 6000 km2 e oltre 250 km di coste racchiuse tra Adriatico e Ionio, il Salento ospita successioni rocciose che abbracciano gli ultimi 85 milioni di anni di storia della Terra. Queste successioni spesso non sono facili da studiare a causa della natura pressoché pianeggiante del territorio, ma quando si rivelano al ricercatore (per esempio lungo le coste o in aree di cava), sono in grado di svelare un patrimonio paleontologico unico: calcari del Cretaceo con fossili eccezionalmente conservati di pesci, vissuti nello stesso periodo dei dinosauri; rocce dell’Oligocene con vere e proprie barriere coralline fossilizzate; la famosa pietra leccese, materiale da costruzione sfruttato per secoli nelle meraviglie del Barocco leccese, ma noto ai ricercatori per la straordinaria ricchezza di invertebrati e vertebrati, soprattutto balene e delfini; infine, i depositi di riempimento delle cavità carsiche (grotte e inghiottitoi, localmente chiamati “ventarole”), nelle quali sono stati rinvenuti moltissimi fossili di vertebrati continentali del Quaternario, come rinoceronti, proboscidati, iene e pantere. A distanza di 30 anni dal primo congresso salentino, questo appuntamento vuole celebrare – da un lato - l’apertura del nostro Museo nella sua rinnovata sede, oggi condivisa con la Community library, dall’altro sottolineare il rapporto costruttivo tra il MAUS e la comunità dei paleontologi italiani. Questa collaborazione ha portato alla recente costituzione di un Comitato Scientifico del Museo, guidato da me e dal professor Marco Cherin dell’Università di Perugia, che comprende docenti da diversi Atenei italiani, ha coordinato l’organizzazione delle Giornate di Paleontologia e, nel prossimo futuro, si occuperà di potenziare e aggiornare gli allestimenti del MAUS, anche grazie a rinnovate ricerche scientifiche».