Nuovo appuntamento con “Politica e/è – La politica che morde la terra” il Seminario permanente di Storia delle dottrine politiche, Sezione Polejus, dell’Università del Salento, a cura di Marisa Forcina ed Elena Laurenzi (entrambe docenti di Storia delle dottrine politiche).
Politica e/è cinema
lunedì 19 marzo 2018, Aula Ferrari, Palazzo Codacci Pisanelli, ore 9
Relazioni di:
Fabio Sulpizio, docente dell’Università del Salento, storico della filosofia su “Controllo degli spazi e dominio dei corpi. Partendo da “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, il film di Milos Forman.
Alessandro Valenti, regista e sceneggiatore, con “La politica e Babbo Natale”, intervento ispirato al suo cortometraggio “Babbo Natale”.
Che il cinema sia stato e sia uno dei canali di comunicazione più utilizzati dai regimi nel loro intento di stabilire il legame fra la gente e il potere, si sa bene. Ma il cinema non è solo conferma del potere, è anche critica, emergenza, dissonanza, contestazione, ed è anche evasione: evasione dalla forza del reale. Oppure è impegno verso uno svelamento del reale, per una presa di coscienza.
Come la politica, il cinema può utilizzare grandi mezzi, oppure farne completamente a meno, ciò di cui non può fare a meno il cinema è il pubblico. Proprio come la politica.
Cinema e politica hanno bisogno del pubblico non per rivelargli la propria dignità morale o estetica o per catturarlo con la forza contagiosa delle proprie strategie narrative.
Hanno bisogno del pubblico perché, come scriveva Kant, in Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo? (1784) il potere deve essere esercitato in pubblico, perché “pubblico è lo stesso uso della ragione”.
Come l’uso della ragione non può essere recintato nei palazzi delle accademie - le lezioni nelle aule universitarie dovrebbero essere sempre pubbliche - allo stesso modo la politica non può essere recintata dalle mura di palazzi e di assemblee; allo stesso modo il cinema senza spazio pubblico non può esistere. Proprio come la ragione. Perché pubblico è sempre il suo uso.