Il corso di laurea DAMS, nell’ambito del programma DAMS AID (Attività Integrative della Didattica) A.A. 2017/2018 presenta due incontri con Tito Schipa Jr., compositore, regista, autore di canzoni, didatta.
Il primo incontro è realizzato in collaborazione con il Cineclub Universitario, attività finanziata dalla Fondazione Apulia Film Commission: lunedì 23 aprile alle 20.30 presso il Cinelab “Giuseppe Bertolucci” (via Vecchia Frigole, 36) di Lecce, Tito Schipa Jr. introdurrà la proiezione della versione restaurata del suo film “Orfeo 9” (1973), la prima “opera rock” del cinema europeo. Martedì 24 aprile alle 16 presso il palazzo Codacci Pisanelli (Aula De Maria, p.tta Arco di Trionfo, 1) di Lecce, l'artista terrà una lezione sull’ascolto del melodramma, con esempi dalla “Tosca” di Giacomo Puccini.
Gli incontri sono gratuiti e aperti a tutti.
Il relatore: Tito Schipa Jr.
Figlio del grande tenore Tito Schipa, nato a Lisbona, dopo un'infanzia girovaga approda a Roma dove lavora come assistente alla regia. Nel 1967 propone "Then an alley", primo esperimento di opera pop, composto da ben 18 brani di Bob Dylan. Nel 1970 pubblica il 45 giri "Son passati i giorni" e mette in scena lo spettacolo teatrale "Orfeo 9", pubblicato su disco nel 1972 e trasformato in un film nel 1973. Sempre nel 1972 esce il suo primo album "Io ed io solo", che subisce la censura della Rai per la politicizzazione dei testi. Dopo aver composto musiche per il teatro e per il film militante "Policeman" di Sergio Rossi, nel 1978 pubblica "Er domPasquale", versione rock del "Don Pasquale" di Donizetti portata in seguito sui palcoscenici italiani ed esteri. Nel 1987 pubblica "Dylaniato", album con otto canzoni tradotte in italiano di Bob Dylan. Ha curato la pubblicazione per Arcana editrice delle traduzioni in italiano delle poesie inedite di Jim Morrison e delle canzoni di Bob Dylan.
ORFEO 9
Convenzionalmente l’atto di fondazione della cosiddetta “opera rock” viene considerato il musical "Hair", andato in scena il 29 aprile 1968 a New York, sebbene non fosse il primo tentativo di Broadway di attingere al repertorio del rock’n’roll. Alcuni compositori avevano cautamente inserito stilemi della sottocultura giovanile fin dalla fine degli anni Cinquanta, ma facendo in modo che la novità non disturbasse gli abituali spettatori dei musical. Poco meno di un anno prima della opening night di "Hair", il 17 maggio 1967 aveva debuttato al Piper Club di Roma un musical basato sulle canzoni di Bob Dylan; l’autore di "Then an Alley" è Tito Schipa Jr., musicista beat, melomane e figlio d’arte (suo padre è il tenore Tito Schipa). In Italia, dove il teatro musicale ha caratteristiche profondamente differenti rispetto agli USA, il progetto di Tito Schipa Jr. crea una cesura ancora più marcata, tanto che l’opera non viene allestita in un teatro ma in una discoteca; sebbene diventi rapidamente un caso sulla stampa italiana, altrettanto rapidamente "Then an Alley" termina le repliche e non viene riallestito a causa della mancata concessione dei diritti dei brani di Dylan. Già nel sottotitolo (L’opera beat) ha anticipato un’etichetta di genere che segnala l’intersezione tra la drammaturgia operistica e la popular music; in tal senso apre la strada a un secondo progetto di Tito Schipa Jr., più consapevole e maturo, che prende il titolo di "Orfeo 9": si tratta di un adattamento del mito orfico con ambientazione hippie, articolato in due atti.
La vicenda di "Orfeo 9" è particolarmente interessante perché, analogamente a quanto accade nel rock musical americano, l’allestimento teatrale del 1970 è il punto di partenza per due operazioni di adattamento: nel 1972 la rock opera viene incisa in un doppio album registrato in studio (con l’orchestra diretta da Bill Conti e la partecipazione, fra gli altri, di Loredana Bertè e Renato Zero); nel 1973 ne viene tratto un film televisivo nell’ambito delle produzioni sperimentali della Rai. Il diario di questa avventura artistica è contenuto in un bellissimo libro pubblicato da Tito Schipa Jr per l’editore Argo di Lecce lo scorso anno, e rappresenta una chiave di accesso privilegiato al mondo di "Orfeo 9"; ma al di là della ricostruzione storiografica, il valore universale dell’opera, il suo impatto emotivo, la sua energia incontenibile, si sprigionano ancora oggi all’ascolto. Quei ragazzi sapevano dire tutto sull’incoscienza e sull’illusione di sentirsi liberi, sapevano parlare d’amore senza sentimentalismo, di unione e condivisione senza retorica. Tito Schipa Jr è stato un compositore ma anche un narratore capace di costruire una storia attraverso le canzoni, proprio come facevano nello stesso periodo i coetanei Pete Townshend degli Who (autore di "Tommy" nel 1969) e Andrew Lloyd Webber e Tim Rice (autori di "Jesus Christ Superstar" nel 1970). La qualità compositiva di Tito Schipa Jr è stata in seguito confermata da album memorabili come "Io ed io solo" del 1974 e "Concerto per un primo amore" del 1983, esempi di un cantautorato più complesso e musicalmente elaborato di quello più celebrato e mainstream. Il suo contributo alla musica del nostro paese andrebbe in questo senso ripensato e rivalutato.
Cineclub Universitario
Il progetto di un Cineclub Universitario nasce dall’esigenza di un’attività culturale che coinvolga gli studenti dei corsi di laurea di Unisalento, per costituirsi come operatore specifico sul territorio, con la prospettiva di entrare in rete con altri soggetti attivi nel campo della promozione della cultura cinematografica.
Il Cineclub si occupa da tre anni di una parte della programmazione della sala multimediale Cinelab “Giuseppe Bertolucci” presso il Cineporto di Lecce, con il sostegno finanziario della Fondazione Apulia Film Commission e il coordinamento del suo Centro Studi e Ricerca. Il gruppo di lavoro costituito dagli studenti del Cineclub Universitario presta la propria opera per la realizzazione di eventi legati alle attività dei corsi di laurea e prende abitualmente parte ai lavori della Rete dei Festival di Cinema.
Progetto DAMS AID
Il progetto “DAMS AID” consente agli studenti del DAMS di usufruire di più di 200 ore di didattica sperimentale e laboratoriale, ad integrazione e supporto delle ordinarie attività di docenza. Con tale progetto, il corso in DAMS, oltre che come realtà formativa, intende sempre più proporsi come protagonista della vita culturale e punto di riferimento nel settore delle arti e dello spettacolo, in una dimensione non solo locale e regionale, ma anche più ampia.
I seminari, di 6 ore ciascuno, sono affidati a professionisti del settore della musica, del cinema e del teatro, nella prospettiva di una conoscenza diretta delle pratiche artistiche e produttive. Il finanziamento regionale ha permesso di impostare un programma di ampio respiro, a cui hanno aderito importanti artisti e operatori culturali attivi sia nel territorio salentino e pugliese che in ambito nazionale e internazionale.
I seminari, da marzo a dicembre 2018, sono incentrati sulle seguenti tematiche: sceneggiatura, regia, recitazione, fotografia, montaggio, produzione e distribuzione nel circuito cinematografico e televisivo; ideazione e management di eventi culturali; programmazione radiofonica; video-danza e teatro-danza; critica teatrale; introduzione all’ascolto musicale; documentario etnografico; semiotica del rock; teatro musicale; scrittura creativa e tecniche di storytelling; produzione artistica e discografica nel settore musicale; economia e management del film; organizzazione teatrale; gaming; interpretazione musicale e performance; ideazione e produzione di un magazine televisivo d’informazione.